In questa sezione sono illustrati in maniera semplificata alcuni concetti della psicosomatica e alcuni disturbi psicosomatici, prendendo spunto dai casi clinici e dalle domande poste dai pazienti.
L'assunto di base della psicosomatica è che quando un disagio emotivo non è consapevolizzato ed espresso si manifesta attraverso il corpo. È importante però precisare che una malattia psicosomatica si sviluppa per molte cause (predisposizione, alimentazione, stile di vita, esposizione a fattori inquinanti, disfunzioni).
A questi fattori si aggiungono le cause psicologiche:La parola stress è ormai abusata e sembra un bidone della spazzatura in cui viene gettato tutto quello che non si spiega con una semplice relazione causa → sintomo → rimedio. L'informazione che spesso è bypassata è che tra gli stimoli stressogeni e lo sviluppo di sintomi c'è in mezzo il sistema immunitario... e non solo!
Cos'è?
Il sistema immunitario è un insieme di organi, tessuti e cellule che ha il compito di difendere l'organismo da elementi estranei (virus, batteri, funghi ecc.…).
Come?
Attraverso l'azione dei linfociti T e B che si legano all'elemento estraneo e lo distruggono.
E dove sta lo Psicosomatico?
Il sistema immunitario è collegato con il sistema nervoso, in particolare con l'asse ipotalamo – ipofisi – surrene, il cosiddetto sistema endocrino. Gli ormoni rilasciati - in particolare il cortisolo, ma anche la prolattina o l'ormone della crescita -influenzano la risposta dei linfociti, attraverso dei meccanismi molto complessi. Il sistema endocrino è collegato a sua volta al sistema limbico, che è il centro delle emozioni; per cui una forte emozione manda dei segnali anche al sistema endocrino il quale rilascia il cortisolo che attraverso meccanismi di feedback manda informazioni anche al sistema immunitario.
Davvero?
Molti studi sperimentali (Zakovski 1992; Knapp 1992; Futterman 1994; Strauman 1993; Brosschot 1994; Spangler 1993Nachmias 1996; Zimmermann 1999) hanno dimostrato che in alcune persone che hanno delle caratteristiche di personalità specifiche, l'esposizione a eventi stressanti ha un effetto sul sistema immunitario.
Se è vero che il sistema immunitario è influenzato in maniera negativa dal modo di vivere alcuni eventi stressanti, è vero anche il contrario: ci sono delle tecniche che producono effetti positivi sulla salute fisica e psichica. Numerose ricerche hanno dimostrato che le persone che riuscivano a tradurre in parole le proprie esperienze traumatiche mostravano un miglioramento delle condizioni di salute. Questo perché riuscire a comunicare implica l'attivazione di un pensiero, una riflessione su quello che è accaduto e quindi un'elaborazione.
La tecnica sperimentale di Pennebaker (1997) consiste nello scrivere in forma anonima per un quarto d'ora al giorno, per quattro giorni, i pensieri ed i sentimenti a proposito di una o più esperienze traumatiche. I risultati di questa tecnica sono stati al di sopra delle aspettative dei ricercatori, che ampliando i loro studi hanno dimostrato che scrivere ha effetti positivi sui maker ematici delle funzioni immunitarie, facilita la moltiplicazione di cellule T-helper, la risposta anticorpale al virus di Epstein-Barr, comporta dolori meno intensi e un minor uso di medicine (L. Solano - Tra mente e corpo; 2001).
La psicoterapia è una tecnica che facilita non solo l'espressione ma anche l'elaborazione delle emozioni, perché aiuta la persona a integrare sentimenti e pensieri, a ricostruire un racconto della propria vita collegando le esperienze passate, presenti e future e integrando i vissuti personali con le relazioni con altre persone significative.
La pelle è ciò che protegge il nostro corpo dal mondo esterno; è l'organo di confine tra il Sé ed il mondo fuori; è ciò che permette il contatto e tutte le sensazioni annesse. Il tatto è il senso principale attraverso cui il bambino inizia a conoscere il mondo ed il con-tatto non è solo fisico, ma è anche contenimento emotivo.
Il contatto tra madre e bambino dopo la nascita è molto importante per lo sviluppo neurologico del bambino, in quanto favorisce il rilascio dell'ormone della crescita o degli ormoni coinvolti nel processo d'assorbimento nutrizionale. Inoltre, la stimolazione tattile ha un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema comunicativo, perché incrementa l'abilità di codificare e rispondere ai segnali sociali.
I bambini nati prematuramente sono ad alto rischio nello sviluppo di handicap fisici, emotivi, sociali e mentali, soprattutto quelli nati con peso molto basso. Questi piccoli sono separati dalla mamma alla nascita e trascorrono un lungo tempo in Terapia Intensiva.
Sono stati sperimentati molti tipi d'intervento per ridurre il rischio di sviluppare le problematiche a cui potrebbero andare incontro e tra questi c'è la Marsupio – Terapia. In questo tipo d'intervento il bambino è posizionato verticalmente sul petto della mamma, direttamente a contatto col suo corpo e rimane in questa posizione 24 ore al giorno, finché non dimostra di essere pronto a separarsi. Durante il contatto, il bambino spende più tempo nel sonno in quiete, ha un ritmo cardiaco più stabile e più lento, mantiene la temperatura corporea, decrementano la bradicardia e l'apnea ed aumenta l'ossigenazione.
Uno studio condotto da Tessier et al. (2003) ha esaminato l'impatto della Marsupio-Terapia sullo sviluppo mentale dei bambini prematuri ad alto rischio avendo un effetto positivo nello sviluppo delle capacità intellettive e per lo sviluppo neuro-biologico del cervello in un periodo più sensibile alle stimolazioni esterne. La Marsupio – Terapia è stata considerata una cura del cervello , in quanto agisce direttamente a livello neurologico.
Altri studi condotti da Feldman, Eidelman and Sirota (2002) hanno esaminato gli effetti della marsupio-terapia sullo sviluppo delle capacità autoregolatorie nei bambini prematuri, in particolare sulla regolazione dei ritmi di sonno-veglia e delle emozioni, sulla modulazione dell'arousal, sull'organizzazione del comportamento, sulla coordinazione dell'attenzione verso la madre o verso l'oggetto e sulla capacità di esplorare l'ambiente dimostrando lo stretto legame tra sistema di arousal, organizzazione del comportamento e sviluppo cognitivo, che sono condizionati dalla vicinanza della mamma e dal contatto corporeo.
(da Interventi di prevenzione con neonati pretermine – Francesca Ambrogio)
Nella psoriasi c'è un eccesso di produzione di cellule della pelle che causa nella maggior parte dei casi un ispessimento, dando alle zone interessate un aspetto squamoso bianco-argenteo.
Interpretando il sintomo in chiave simbolica, c'è uno sforzo dell'Io di aumentare i livelli di protezione dal mondo esterno, di aumentare i confini dalle relazioni che sono vissute come causa di sofferenza. Le persone con psoriasi vivono i rapporti umani con la paura di essere giudicate, possono provare vergogna e disagio nelle relazioni e vorrebbero non dipendere dagli altri. Sono persone che vivono con molto stress le vicende familiari, le vivono sulla propria pelle e vorrebbero più aiuto, più sostegno, più conforto. C'è un conflitto tra il bisogno di sostegno emotivo e la paura (o la consapevolezza), a causa di esperienze passate frustranti, che questo aiuto non arriverà.
È come se queste persone dicessero a se stesse: "Sforzati ad andare avanti da solo... tanto nessuno ti aiuterà... è inutile chiedere aiuto!". A tal proposito D. Anzieu parla di Io-Pelle per indicare quella capacità dell'Io di saper mettere il giusto confine tra Sé e l'Altro, quella via di mezzo tra la fusione con l'Altro e la costruzione di una corazza che esclude l'Altro. Infatti, molti pazienti manifestano vergogna a farsi vedere dagli altri e ad avere rapporti sessuali, a causa delle lesioni, con conseguente allontanamento dell'altro.
Se durante la prima infanzia il bisogno di contatto non è stato gratificato, la capacità di porre dei giusti confini è compromessa, creando una corazza, una barriera, perché il contatto con l'Altro è vissuto come minaccioso. Se invece, questo bisogno è stato accolto, la persona sarà in grado di mettere quel limite giusto per imparare a proteggersi, a prendersi cura di sé.
La dermatite è un difetto della barriera cutanea, per cui la perdita di acqua rende la pelle secca e favorisce l'ingresso di elementi estranei che causano l'infiammazione. In questo senso è interpretabile come una richiesta di contatto, un desiderio che l'Altro vada incontro ai propri bisogni, perché la persona ha timore ad imporsi. Non è un caso, infatti, che la maggior parte delle dermatiti nei bambini si verifichino in concomitanza con una separazione.
Un adulto che non ha avuto esperienze positive di contatto (per rifiuto, per privazione o per altri motivi) potrebbe manifestare questa sintomatologia ad un distacco o presunto tale. Ho utilizzato la parola presunto, perché generalmente le persone che soffrono di dermatite temono la rottura di un legame ed hanno difficoltà nell'esprimere rabbia ed aggressività: questi sentimenti vengono repressi (anche quando ci vorrebbero, per esempio in una sano litigio) per non rovinare i rapporti.
A tal proposito si pensi ad una dermatite che si manifesta nelle mani (molto comunemente) e all'analogia con l'espressione gergale "mi prudono le mani", per indicare la voglia di picchiare qualcuno: i sentimenti ostili, ritenuti inaccettabili, sono repressi e somatizzati attraverso il sintomo. L'accondiscendenza utilizzata per il quieto vivere diventa così un'arma a doppio taglio, perché permette all'Altro d'invadere lo spazio vitale.
L’Herpes simplex è un virus con cui alcune persone entrano in contatto, sviluppando i sintomi conosciuti, e altre no.
Le persone che entrano in contatto con il virus riportano di essere sottoposte a stress in quel particolare momento.
Vorrei però concentrarmi non tanto sullo stress ma sulla personalità di chi contrae il virus, anche in maniera ciclica e ricorrente: si tratta in genere di persone che si buttano a capofitto in una relazione o in un progetto in modo esclusivo e totale, al punto tale da non sentire la stanchezza.
Questo comporta un sovraccarico emotivo ed energetico che sfocia sotto forma di piccole vescicole su base eritematosa e che comportano intenso dolore e prurito.
Le zone maggiormente colpite sono le labbra e i genitali, cioè zone che implicano un intenso coinvolgimento emotivo; il sintomo in tal modo impedisce il contatto con l’altro e mantiene una distanza di sicurezza.
Il bruciore ed il prurito rappresentano l’eccesso di energia investita e inducono a fermarsi. Le persone che contraggono spesso l’Herpes Simplex dovrebbero imparare a dosare meglio le energie che investono in un rapporto o in un progetto, riuscendo a dosare meglio l’investimento verso gli altri e quello verso se stesse: una relazione non dovrebbe essere vissuta come uno svuotamento di energie, ma come un valore aggiunto e una risorsa da cui attingere.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Psicologa e psicoterapeuta - Padova
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Ultima modifica: 13/11/2019
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