La bilancia non pesa:
quanto vali
l'importanza che hai
la tua intelligenza
le tue qualità e capacità
l'amore delle persone la tua sensibilità
tutto ciò che hai costruito nella tua vita
la tua felicità
il tuo dolore interiore
la perfezione
la bellezza
("In cammino verso il sole" Giulia Andretta)
Nel DSM - 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), i disturbi della nutrizione e dell'alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell'alimentazione oppure da comportamenti inerenti l'alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale (DSM-5). Questa tipologia di disturbi colpiscono soprattutto gli adolescenti, con una percentuale molto elevata nelle ragazze anche se negli ultimi anni sembra oramai essere presente anche nei maschi.
Da cosa nascono questi problemi? Le cause possono essere tante e varie e ogni storia è a sé, non si può prescindere dalla storia personale del soggetto.
Nel DSMV troviamo:
I disturbi più noti e studiati sono:
PICA: La caratteristica fondamentale della pica è la persistente ingestione di una o più sostanze senza contenuto alimentare, non commestibili per un periodo di almeno 1 mese che risulti sufficientemente grave da giustificare attenzione clinica. È stato incluso il termine non commestibile perché la diagnosi di pica non viene applicata all'ingestione di prodotti dietetici che hanno un apporto calorico minimo. La pica si verifica sia nei maschi sia nelle femmine.
DISTURBO DA RUMINAZIONE: La caratteristica fondamentale del disturbo da ruminazione è il ripetuto rigurgito del cibo dopo la nutrizione o l'alimentazione per un periodo di almeno 1 mese. Gli individui possono descrivere il proprio comportamento come abituale o al di fuori del loro controllo.
DISTURBO EVITANTE/RESTRITTIVO DELL'ASSUNZIONE DI CIBO: La caratteristica diagnostica principale del disturbo evitante/restrittivo si manifesta attraverso la persistente incapacità di soddisfare le appropriate necessità funzionali e/o energetiche. È caratterizzato dall' evitamento del cibo o dalla limitazione dell'assunzione di cibo che risulta in significativa perdita di peso, carenza nutrizionale, dipendenza dal supporto nutrizionale e/o grave disturbo del funzionamento psicosociale. Ma a differenza dell'anoressia nervosa e della bulimia nervosa, questo disturbo non comprende la preoccupazione per la forma del corpo o per il peso.
ANORESSIA NERVOSA: Le caratteristiche principali dell'anoressia sono: persistente restrizione nell'assunzione di calorie, intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l'aumento di peso; presenza di una significativa alterazione della percezione di sé relativa al peso e alla forma del corpo. L'individuo mantiene un peso corporeo al di sotto di quello minimo normale per età, sesso, traiettoria di sviluppo sociale e salute fisica.
BULIMIA NERVOSA: Le caratteristiche essenziali della bulimia nervosa sono: ricorrenti episodi di abbuffata, ricorrenti e inappropriate condotte compensatorie per prevenire l'aumento di peso (come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva). Livelli di autostima indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo. Un "episodio di abbuffata" è definito come l'ingestione in un determinato periodo di tempo di una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui assumerebbe nello stesso tempo e in circostante simili. L'eccessivo consumo di cibo deve essere accompagnato dalla sensazione di perdere il controllo.
DISTURBO DA BINGE-EATING: Le caratteristiche essenziali di questo disturbo sono: ricorrenti episodi di abbuffata, mangiare in un determinato periodo di tempo (es. un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo in circostanze simili. Sensazione di perdere il controllo (sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa si sta mangiando), si mangia fino a sentirsi sgradevolmente pieni, si mangia da soli causa imbarazzo, sensazione di disgusto verso se stessi, depressi o molto in colpa. Rispetto alla bulimia nervosa nel binge-eating non ci sono condotte compensatorie inappropriate, e non si verifica una restrizione dietetica finalizzata a influenzare il peso e la forma del corpo. Questo disturbo è associato a sovrappeso e obesità.
DISTURBO DELLA NUTRIZIONE O DELL’ALIMENTAZIONE CON ALTRA SPECIFICAZIONE
Questa categoria si applica a presentazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione che causano un significativo disagio o un danno nel funzionamento sociale, occupazionale o in altre importanti aree predominano ma non soddisfano i criteri pieni per qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
La categoria disturbo della nutrizione o dell’alimentazione con altra specificazione è usata in situazioni in cui il clinico sceglie di comunicare le ragioni specifiche per cui la presentazione non soddisfa i criteri per qualsiasi specifico disturbo della nutrizione e dell’alimentazione. Questo è fatto registrando “disturbo della nutrizione e dell’alimentazione con altra specificazione” seguito dalla ragione specifica (per es., “bulimia nervosa a bassa frequenza”)
DISTURBO DELLA NUTRIZIONE O DELL'ALIMENTAZIONE SENZA SPECIFICAZIONE: Questa categoria si applica alle manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo della nutrizione e dell'alimentazione, che causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per uno dei disturbi precedentemente evidenziati.
Negli ultimi anni si stanno verificando dei “disturbi alimentari”, che non sono ancora stati inseriti nel DSM -5. Questi comportamenti disfunzionali sono:
Drunkoressia, binge drinking: Il binge drinking consiste nell’assunzione di 5 o più bevande alcoliche in successione per gli uomini e 4 o più bevande alcoliche in successione per le donne in un’unica o più occasioni nel corso delle ultime 2 settimane. In questa definizione non è importante il tipo di sostanza che viene ingerita né l’eventuale dipendenza alcolica: lo scopo principale di queste “abbuffate alcoliche” è l’ubriacatura immediata nonché la perdita di controllo (Wechsler H & Nelson TF 2001).
Nel 2008 è stato coniato dai media popolari del “New York Times”, il termine drunkoressia per descrivere con tale termine, la pratica della restrizione delle calorie in modo da poter consumare più alcol e non aumentare di peso (CBS News, 2008; Kershaw, 2008; Smith, 2008; Stoppler, 2008).
Ciò che attrae gli adolescenti e i giovani adulti è la tendenza a continuare a consumare grandi quantità di alcol, pur mantenendo, o forse diminuendo, il peso corporeo.
Il digiunare volontariamente, allo scopo di consumare alcol successivamente, risulta nocivo e pericoloso soprattutto per le donne; a differenza dei maschi, queste ultime, generalmente pesano di meno, hanno meno enzimi che metabolizzano l’alcol (alcol deidrogenasi), e in genere hanno meno acqua corporea totale per diluire l’alcol nel sangue. Indipendentemente dal genere, maschio o femmina, bere a stomaco vuoto favorisce all’alcol di entrare nel corpo più velocemente, il che aumenta il livello alcolemico portando un aumentato rischio di disturbi cerebrali (black-out) e conseguenze negative sulla salute e sul comportamento (White, 2004).
La drunkoressia è ormai approdata anche in Italia, infatti, uno studio italiano del 2014, su un campione di circa 3000 soggetti, dimostra come questo sia un fenomeno comune anche tra i giovani adulti italiani con una prevalenza del 32.2% e riguarda anche la popolazione maschile, non solo quella femminile, come quanto riportato dai media (Lupi et al. 2014).
Diabulimia: è un disturbo del comportamento alimentare in cui adolescenti e giovani adulti, per lo più di sesso femminile, con diabete mellito di tipo 1, omettono deliberatamente la dose di insulina con lo scopo di perdere peso o per prevenire l'aumento di peso.
Bigoressia: è un disturbo del comportamento alimentare conosciuto anche come: vigoressia, dismorfia muscolare, anoressia inversa, complesso di Adone. Il termine bigoressia, dall'inglese big= grande e dal latino orex= appetito, può essere tradotto come "fame di grossezza", ovvero il desiderio di possedere un corpo sempre più muscoloso. La bigoressia interessa soprattutto gli uomini, ed è molto diffuso tra coloro che praticano body building.
Ortoressia: è caratterizzata dalla ricerca maniacale ed inevitabile di cibi naturali, biologici e quindi non contaminati da sostanze chimiche artificiali. Il disturbo inizia con l'escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i criteri di ammissibilità di un alimento diventano sempre più restrittivi. I pazienti non si fidano dei cibi preparati da altri, in particolare dei ristoranti e, pur di non mangiare questi cibi, sono disposti a saltare i pasti, hanno difficoltà a relazionarsi con persone che non condividono le loro idee.
Iniziare un percorso di psicoterapia individuale, è un passo fondamentale per chi vive questi disturbi. L'ideale è supportare anche i familiari perché possano capire le problematiche e avere degli strumenti validi da poter utilizzare. Nei casi più gravi (ove c'è una estrema perdita di peso e si rischia la vita) è bene rivolgersi ai centri specializzati.
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Ultima modifica: 13/11/2019
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